sabato 31 marzo 2012

La rinascita dell'arte greca e il periodo geometrico


Dopo la fine della civiltà Micene vi fu in tutto il territorio greco un vero e proprio arretramento culturale, artistico e sociale degli abitanti locali. In questo periodo di “buio” scomparvero quasi del tutto le sculture e le architetture del tipo monumentali, cioè quelle realizzate con grandi dimensioni dell' arte greca. Soltanto dalla fine del XI secolo a.C. in poi il grande commercio dell'artigianato greco iniziò anche verso terre molto lontane dando un imput importante ad una nuova produzione e lavorazione della ceramica artistica e quindi dei vasi, che venivano lavorati al tornio e poi decorati e dipinti da abilissime mani di artisti con delle decorazioni di motivi o figure.

Del primo periodo conosciuto come protogeometrico non si hanno molte testimonianze o reperti storici. Nel periodo successivo invece che va all'incirca dal IX al VIII secolo a.C. conosciuto col nome di Geometrico, gli artisti greci creano e sviluppano un importante stile artistico molto bello e decorativo, che veniva usato soprattutto nella produzione di preziosi vasi in ceramica che venivano dopo decorati da abili artigiani con dei motivi appunto geometrici che diventeranno col tempo famosi e dei veri “classici” anche per noi (da qui deriva il nome di questo periodo). Tra i principali motivi decorativi che ritroviamo nei vasi greci ritrovati troviamo quello a scacchi, a cerchi concentrici, con triangoli, con dente di lupo e poi quelli che a parer mio sono forse i più usati e riconoscibili cioè le greche e i meandri. Sotto vediamo uno semplice schizzo di esempio di questi motivi decorativi appena citati.





L'anfora monumentale di Dipylon dell'arte greca durante il periodo geometrico.

In questo periodo dell'Età geometrica greca vediamo anche il ritorno da parte degli artisti alla produzione di ceramiche del tipo monumentali (cioè di grandi dimensioni). Un bellissimo esempio di opera con lo stile geometrico-monumentale ci viene dato da una preziosa anfora risalente al 750 a.C. circa, che è stata ritrovata nella Necropoli ateniese di Dipylon (da cui prende il nome l'opera) di cui vediamo un immagine qui a lato (cliccate per ingrandirla un poco). Questa bellissima opera in ceramica dipinta è esposta presso il Museo Archeologico Nazionale della città di Atene. Pensate che questo antico vaso greco è alto circa un metro e mezzo e non era molto facile tecnicamente creare qualcosa del genere. Questo genere di vasi monumentali venivano realizzati quasi sempre per scopi funerei. L'anfora di Dipylon doveva essere usato come “séma” di una tomba femminile, cioè un elemento posto fuori da una tomba (che conteneva l'urna del defunto) e che aveva la funzione di segnalarvi la stessa, rendendola subito riconoscibile. In parole semplici quindi il vaso (séma) era come una sorta di croce con tanto di nome per facilitare il riconoscimento alle persone che volevano visitarla. In questo bellissimo e artistico vaso, vediamo una decorazione geometrica ben precisa, con delle fasce con motivo a meandri che si alternano con altre. Nello spazio tra i manici vediamo anche la scena principale (prothesis), che raffigura l'esposizione pubblica della defunta, collocata su un letto (catafalco) e circondata da numerosi familiari con le braccia alzate per la disperazione che addolorati piangono per la perdita della donna. La scena che serviva nella società greca ad attestare il prestigio e l'importanza di una famiglia è circondata sempre da fasce con motivi geometrici quasi ad accentuare l'isolamento e il dolore delle figure. Queste figure di cui vediamo al centro anche due uomini in ginocchio e due donne sedute, oltre un bambino (forse il figlio della defunta) sono realizzate in modo semplificato. Il torace è un semplice triangolo con le braccia lineari, mentre la testa è data da un piccolo ovale con il mento sottolineato da un puntino.

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