sabato 25 ottobre 2014

Giotto e Il compianto sul Cristo per la pittura del Trecento

Arte con Il compianto sul Cristo negli affreschi di Giotto.
Penso che siano in pochi coloro che non hanno sentito parlare almeno una volta del grande pittore italiano Giotto di Bondone vissuto intorno al Trecento (1267 – 1337 circa) e divenuto celebre per la leggenda che narra della sua perfetta O che riuscì a realizzare ma soprattutto perché è stato uno dei più importanti esponenti della pittura italiana di quel periodo. Tra le tante opere eseguite da Giotto una parte importante la fanno sicuramente gli straordinari affreschi che furono realizzati nella Cappella degli Scrovegni eretta da Enrico Scrovegni in memoria del padre e che si trova nella città di Padova.




L'opera intitolata Il compianto sul Cristo morto che vediamo in alto e di cui parliamo qui è un particolare di questi affreschi e fa parte di un intero ciclo pittorico realizzato da Giotto intorno agli anni 1303–1310. Questo ciclo rappresenta una serie di episodi che raffigurano e illustrano momenti di vita vissuta di personaggi legati alla religione Cristiana. Sono personaggi come Gesù, la Madonna o Gioacchino il padre della Madonna. La scena con Il compianto sul Cristo è grande circa 200 per 185 centimetri ed è sicuramente la più famosa dell'intero ciclo nella Cappella oltre che una delle più drammatiche perché raffigura il triste momento del Cristo morto sulla croce e il dramma della Madonna e degli altri personaggi sacri raffigurati.
Se guardiamo con attenzione quest'opera possiamo vedere che il centro visivo della composizione dove viene indirizzato il nostro sguardo si trova in un punto situato in basso a sinistra. Esattamente dove troviamo i volti del Cristo e della Madonna. Questo è il punto più importante di tutta la scena e proprio grazie al talento artistico di Giotto riusciamo a capirlo bene e a renderci conto del dramma e del dolore descritti nei visi.




Tutti gli altri personaggi raffigurati nell'opera rivolgono lo sguardo in quel preciso punto simbolico unito da una sorta di congiunzione tra due linee diagonali ideali che formano quasi una punta di lancia. Una linea rappresentata da una roccia che parte dalla destra e che scende sino ai volti della Madonna e del Cristo che idealmente raffigura l'altra linea diagonale. Guardando ancora l'opera vediamo vicino al Corpo senza vista del Cristo alcune figure femminili. Queste sono delle pie donne che raffigurano con i loro precisi gesti pietosi, quasi incredule tutta la drammaticità di questo momento. Al centro vediamo San Giovanni che con le braccia aperte sta a simboleggiare l'unione del dramma sulla Terra con il Cielo. Un cielo che Giotto a realizzato di un colore azzurro particolare dove volano vari angioletti. L'artista attraverso le pose e le posture di questi angioletti, ognuna realizzata in modo diverso riesce a descriverci perfettamente tutte le varie espressioni che un essere vivente ha quando è disperato e triste per il dolore che prova per la perdita di un caro. Notiamo infatti chi ha le mani sul viso, chi invece vorrebbe avere una crisi di pianto e chi quasi non crede a questa tragedia. Giotto in questo affresco riesce a esaltare ed esprimere il concetto del dolore e della disperazione come vediamo anche dallo sguardo della Madonna che guarda il proprio figlio senza vita facendoci fare delle riflessioni importanti sulla vita. Nel Compianto sul Cristo possiamo contare cinque livelli o piani di profondità prima di arrivare al cielo che chiude la scena in alto. Le varie figure sembrano appiattite come volume anche se le donne in primo e secondo piano danno la sensazione di occupare una parte dello spazio con i loro corpi compatti. Questo risultato è ottenuto stendendo delle pennellate scure che suggeriscono le ombre accanto a zone luminose realizzate con dei colori più chiari. Si percepisce tra una figura e l'altra uno spazio, un distacco che fanno di Giotto appunto un grande Maestro rivoluzionario nel suo genere.
Straordinario

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